CLAUDIO COJANIZ E FRANCO FERUGLIO – BLUE AFRICA

29 Agosto 2014 – Piazza Santa Lucia – ore 20:30
BLUE AFRICA
Claudio Cojaniz e Franco Feruglio
Claudio Cojaniz – Pianoforte
Franco Feruglio – Contrabbasso
Piazza Santa Lucia
Claudio Cojaniz – Pianoforte.
Dopo gli studi accademici (pianoforte, organo e composizione) svolge un’ampia attività di compositore. Scrive musica per film e per la TV (collaborando tra l’altro a Mixer Rai 2). Vince il prestigioso Irino Prize of Composition in Giappone (1990) con SPHERES per orchestra, eseguita dalla New Japan Phil. di Tokjo. Registra il suo primo lavoro al piano solo dedicandolo alla musica di Thelonious Monk, riferimento strutturale che perdura tuttora. Forma il duo con Giovanni Maier al contrabbasso che diventerà poi trio HASTASIEMPRE con l’aggiunta di U.T. Gandhi alla batteria e quindi quartetto con il trombonista Giancarlo Schiaffini (ALEA 4ett). Nel 2000 riprende a lavorare alla musica per cinema ed a progetti teatrali, cartoni animati, etc. Ha fondato recentemente le orchestre N.I.O.N. (Not In Our Name) e Red Devils Band.
Franco Feruglio – Contrabbasso.
Ha eseguito innumerevoli composizioni in prima assoluta, per ensemble o contrabbasso solo, registrando per O.R.F., Radio France, RAI, SFB Berlin, Radio Koper. Collabora stabilmente con gruppi da camera impegnati nell’esecuzione del repertorio del 900, tra cui Ensemble Garbarino, Divertimento Ensemble, Echo Ensemble, Harmonia Ensemble.In qualità di compositore di musiche di scena ha scritto per artisti e compagnie nazionali ed estere, tra cui Gardi Hutter, Junges Theater Zurigo, Pan Teatro Lugano, CRT Milano, Theakos Brixen, collaborando a produzioni televisive acquistate da RAI Tre, DRS Svizzera, Mondadori, RDF Friuli. Ha partecipato a festival internazionali, tra cui Festival Cinematografico di Montreux, Biennale Venezia, Cinema Giovane Torino, Incontri Teatrali di Polverigi, Museu de Arte Contemporanea de Campinas (Brasile).
BLUE AFRICA. Il Duo si esprime dentro atmosfere d’Africa, viaggiando in modo originale tra nenie materne ed infantili, evocazioni di blues astrali e danze rituali. Non rifà il verso a questa grande e variegata cultura, non c’è nessuna invasione: con rispetto, invece, ne trae fonte d’ispirazione e la reinterpreta.
L’Africa come amorevole Madre musicale, presente ed eterna: un’Arte questa che sa riportarci dentro un gioco antidepressivo e serio, come seri sono i bambini quando giocano …